Il Cluster: l’infrastruttura diventa “intelligente” e capace di “autogestirsi”

6 Settembre 2017

La necessità di un’infrastruttura client-server che non preveda alcuna interruzione di operato, e quindi un fermo lavorativo pari allo zero si traduce in questi due termini: alta affidabilità e continuità operativa.

Un sistema altamente affidabile permette di adempiere al proprio lavoro infrastrutturale considerando i guasti cui potrebbe incombere e prevede l’adozione di un piano di emergenza di fronte ad un qualsiasi problema. Indipendentemente dalla natura dello stesso, infatti il sistema “sposta i propri servizi vitali” in modo da garantire continuità d’operato in produzione e avvisa il reparto IP il quale provvederà alla sistemazione del guasto emerso.

Fatta questa doverosa premessa chi si rispecchia in queste mie prime considerazioni avrà di fatto considerato almeno una volta di poter adottare un sistema chiamato Cluster.

Ma in cosa consiste un cluster e di cosa necessito per la sua realizzazione?

Il Cluster è un sistema informatico strutturato composto da almeno due server, genericamente chiamati Lame o Nodi del cluster, che, di fatto, non fanno altro che condividere le proprie risorse operative di calcolo. Stiamo parlando quindi di quei componenti (che possiamo trovare in ogni nostro computer) che permettono al sistema operativo di lavorare, tra i tanti la mainboard, i processori, le memorie, gli alimentatori, le schede di rete, e via dicendo.

Questi sono le parti fisiche dei server che non hanno dati di produzione al proprio interno, ma che effettuano solo i processi di calcolo. Nel cluster genericamente non utilizziamo lo spazio di archiviazione intrinseco ai nodi per immagazzinare dati.

Ma quindi, se i due nodi non contengono i dati del cliente, questi dove risiedono?

Ed eccoci ad introdurre un altro concetto alla base di un cluster, lo Storage.

Uno storage è un server a tutti gli effetti, che ha come peculiarità primaria il numero di hard disk che ospita, genericamente con 8, 16, 24 spazi o baie per inglobare gli hard disk.

Chiaramente, lo storage ospita i dati che saranno gestiti dai due nodi e conterrà anche le macchine virtuali del cliente: di conseguenza diventa il punto critico di tutta la nostra infrastruttura, Infatti se lo storage dovesse avere un guasto, i due nodi di per se, non potrebbero gestire l’intero sistema.

Ecco che quindi gli storage, come tutti gli altri dispositivi, rispettano la regola X2: ovvero ogni dispositivo del cluster è replicato, indipendentemente dalla natura del dispositivo stesso, che esso sia un controller, uno switch, un processore, dei cavi di rete, tutto deve essere doppio. Potremmo quindi dire che uno storage è l’insieme di due computer che condividono tutto lo spazio composto dai dischi che andremo a popolare.

Ora, chiarito il concetto dei due nodi e dello storage, verrà creata una rete interna chiamata SAN ( Storage Area Network ) dedicata al passaggio dei dati tra i due nodi e lo storage stesso.

Una volta preparata questa infrastruttura, di cosa necessiteremo ulteriormente?

Gestita la parte “hardware”, necessiteremo di un software intelligente che permetta di poter comunicare costantemente con i nodi e che possa garantire lui stesso il passaggio dei dati o delle macchine virtuali, tra un nodo e l’altro in caso di necessità.

Ecco che per adempiere a questo compito ci vengono in aiuto i sistemi operativi di casa Microsoft, Vmware, Citrix.

Ma a livello economico quanto incide la creazione di un cluster?

Il cluster, fino a pochi anni fa, era un sistema dedicato esclusivamente ai clienti enterprise, a causa dei costi sostenuti per la sua realizzazione. Ad oggi i sistemi permettono grande versatilità e servizi come la virtualizzazione, gli storage virtuali, ed altre nuove tecnologie, hanno offerto anche alle piccole e medie imprese la possibilità di potersi affacciare al cluster informatico, senza necessariamente investire ingenti cifre nella propria infrastruttura.

I concetti cardine di queste infrastrutture sono: affidabilità, continuità, modularità, sicurezza del dato ed espandibilità.



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